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Tra numi tutelari, performing-media e story-telling: la 3° edizione di “Paesaggi Umani”

di Roberto De Luca

Tra numi tutelari, performing-media e story-telling: la 3° edizione di “Paesaggi Umani”

promossa da Roma Culture e vincitrice dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022. Il progetto, curato da Urban Experience, per il Dipartimento Attività Culturali e realizzato in collaborazione con SIAE.

È culminata ricordando Paolo Ramundo a Monte Mario: partendo dall’aia del Co.Bra.Gor e proiettando, camminando tra i gelsi, il docufilm di Silvio Montanaro, L’Uccello che coltiva la terra.

Arrivati nel silos-pensatoio dipinto, su progetto di Piero Dorazio, si ripercorre l’epopea di Ramundo che nel 1977, occupando le terre abbandonate dal S. Maria della Pietà si trovò poi ad accogliere gli ex Internati. Creò così condizioni inclusive che supportarono la coraggiosa legge Basaglia  che chiuse i Manicomi per aprire la Società. E contribuire a far nascere l’Agricoltura Sociale.

Paolo Ramundo parlava spesso di Nathan, considerandolo il sindaco più importante di Roma. È per questo che s’inaugurato questo progetto sui “numi tutelari”di Roma ricordandolo, parlando del rapporto tra cittadinanza ed educazione, aprendo la giornata con Lorenzo Cantatore, direttore del MUSED, per strada, su Piazza della Repubblica, vivendo la città come un’aula e ricostruendo la storia del sindaco Nathan e i garibaldini dell’alfabeto che rivelarono come quella dell’educazione fosse una vera guerra di liberazione dall’ignoranza, la povertà e le malattie.

Il martedì si è all’Esquilino, sempre con gli studenti di Roma3, in un territorio di straordinaria densità, fuori dalle Mura Serviane (quell’es, sottende ciò che esterno, fuori dall’abitare, un po’ il contrario di “inquilino”) per via dell’accesso alla città, l’Esquilino è quindi terra di confine, da sempre. Si sta sotto la pioggia, riparandosi al Teatro dell’Acquario, oggi Casa dell’Architettura.

Nel pomeriggio si parte dall’Accademia di Belle Arti a Tordinona ricordando un altro aspetto di Paolo Ramundo che animò negli anni Settanta la lotta per la casa in quella “periferia” nel centro storico, di cui rimane traccia nel murales Asino che Vola. Anni dopo progettò con gli studenti di Architettura un Oculus per ristabilire il rapporto perduto con il Tevere.

Vi si prospetta la creazione di una breccia nel corpo murario dei muraglioni, per il recupero dello storico affaccio sul fiume. La direzione del tunnel, inclinata rispetto alla strada di circa 40 gradi, avrebbe ripreso l’orientamento dell’antico molo romano rinvenuto durante i lavori per la costruzione degli argini. Questa proposta dell’Oculus è stata presa in considerazione (dalla giunta comunale precedente) nel piano di Rigenerazione Urbana di quel territorio, basato anche sul rilancio delle attività artigiane con l’assegnazione di locali, con l’impegno dell’assessorato alle attività produttive.

Mercoledì la saletta della Libreria Caffè TOMO  a San Lorenzo si affolla subito per il talk con Gaia Riposati e Massimo Di Leo, autori del libro-librido Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale insieme a Renato Cuocolo e Roberta Bosetti autori di Underground: Roberta nel metrò.

Giovedì si ripercorre ancora una volta la storia di Don Sardelli, il sacerdote pedagogo negli anni Sessanta, sulla scia di Don Milani e della Scuola di Barbiana, creò le condizioni per emancipare un insediamento urbano assiepato sotto gli acquedotti, partendo dalla scolarizzazione dei ragazzi che vivevano nelle baracche, ascoltandone la voce tramite i geopodcast che iscrivono quelle storie nella geografia locale.

Nel pomeriggio si tratta di Sisto V, Raffaele Fabretti e Cristina di Svezia. Tre ritratti resi performanti con l’Intelligenza Artificiale insieme a NuvolaProject e gli studenti del Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza Università di Roma, nel chiostro di San Salvatore in Lauro. Ritratti che sono artefatti digitali di performing media realizzati con sistemi di Intelligenza Artificiale da Nuvola Project (con un lavoro ben più sottile dell’effetto deep fake, attraverso un morphing attoriale. Nuvola Project ha inoltre fatto usare le cartoline con i ritratti parlanti che si rivelano come dei marker per attivare app di realtà aumentata.

Venerdì presso l’Antiquarium Lucrezia Romana Parco Archeologico dell’Appia Antica, con il direttore Simone Quilici, con cui mettiamo in opera un cartello che rimanda all’animazione digitale (con intelligenza artificiale) di NuvolaProject del ritratto di Lucrezia di Cranach che pronuncia parole di Shakespeare.

Una storia, quella di Lucrezia, di cui è evocato il suo suicidio dopo lo stupro subito dal figlio di Tarquinio il superbo.

Gli spettatori di Underground: Roberta in metro di Cuocolo e Bosetti sono quelli in cuffia e tutti gli altri che incrociano quello sciame assorto.

E’ un gesto pubblico che cambia la percezione: dimostra come il teatro accada dentro e non solo fuori.