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EP FAKE MIRROR music for installation

di Samanta Campa

Il progetto Fake Mirror nasce dall’immaginazione di un’installazione in movimento, fluida e dinamica.
Un’idea nata insieme all’architetto Diego Repetto nel corso di dialoghi su possibili paesaggi e realtà virtuali. Un gioco di specchi e luci, possibili vie di fuga e “realtà parallele”, da qui il nome “Fake Mirror”.
Ho sempre amato l’idea di poter fare musica per film o paesaggi sonori e per la prima volta mi sono cimentata nel mondo delle sonorizzazioni: virtuali, perché è di una sonorizzazione immaginaria che stiamo parlando, ma come si sa il pensiero e l’immaginazione possono scatenare sorprendenti e possibili realtà!
L’idea è di aprire a scenari fluidi dove il fruitore è totalmente libero di dare spazio alla sua immaginazione. È un Ep di musica strumentale e libera da qualsiasi schema precostituito, un gioco “in libertà”, quindi fluido e in costante divenire, col quale costriure una possibile percezione del reale. È una sorta di viaggio attraverso uno specchio immaginario, una realtà possibile.
Il “via” è stato dato da un mio giro di basso, un loop elettronico e di basso creato da me anni fa, recuperato e poi sviluppato con la collaborazione di artisti di grande livello e navigati nel mondo musicale. La prima traccia Soporyphera nasce appunto dal mio giro di basso che avevo registrato nel 2019; recuperato il file si è sviluppata l’idea. La registrazione è un po’ ruvida, non molto limpida e pulita, proprio perché il loop elettronico era su un file quasi deteriorato, ma ho voluto mantanere l’originale
essendo l’idea primordiale.
Da molti anni desideravo creare pezzi con più linee di basso o formare un progetto che abbia due bassisti; detto ciò a un musicista, un amico ‘virtuale’, cioè mai incontarato di persona, ma conosciuto sui social per via di amicizie in comune e per affinità di gusti musicali, ho fatto ascoltare il mio loop di basso, l’ho inviato e dopo mezz’ora mi risponde allegandomi la sua elaborazione con altre due linee di basso.
Così facendo la prima traccia Soporyphera presenta tre linee di basso: la mia portante in loop e due distorte di Antonio Ripa che tessono una trama. Antonio Ripa è un musicista e bassista tarantino veramente speciale. Con lui si è dato inizio a un esperimento a distanza, che è proseguito con le altre tracce e con altri musicisti. Con tutti i musicisti che hanno collaborato mi lega una profonda intesa musicale, abbiamo registrato ognuno nelle proprie abitazioni e studi, dopodiché ho realizzato l’editing e il mastering, ad eccezione
delle due tracce Soporyphera e Dream che sono state masterizzate presso la No Fake Records di Lecce.
Soporyphera è la traccia che ha ispirato l’installazione “immaginaria”. Il mio loop di basso, quasi ipnotico, è stato quello che ha ispirato i musicisti che hanno collaborato con me, da quella linee di basso sono nati diversi sviluppi musicali. In tutte le tracce ogni artista ha dato una propria interpretazione creando brani incredibili. Credo che essere liberi di sviluppare più idee musicali a partire da un giro di chitarra o di basso o di un qualsiasi altro stumento sia un esperimento molto interessante, con queste premesse il progetto Fake Mirror rappresenta un’opera in continuo divenire, un concept, un “gioco”, dove a seconda della sensibilità dei musicisti, si sviluppano tracce sonore che partono dallo stesso giro di basso in loop.
La seconda traccia The Fake Mirror_Soporyphera Remix è una rielaborazione del grande musicista, produttore e amico Flavio Ferri (Delta V), artista di una bravura immensa e di una creatività notevole, del quale ho una stima profonda e mi sento di ringraziare enormemente per le sue ‘pillole’ di conoscenza musicale delle quali mi ha fatto dono nel corso di bellissimi discorsi e dirette web radio. Mi ha riempito di gioia collaborare con artisti incredibili e vedere come un semplice giro di basso abbia sviluppato la creatività. Flavio, con la sua immensa esperienza, ha elaborato una versione speciale, rendendomi entusiasta dal primo ascolto. Questa traccia ha un crescendo fantastico!
La terza è un remix dell’artista Carlo Casale, in arte Charlie Out Cazale, voce dei Frigidaire Tango, una delle realtà musicali più interessanti della new wave italiana anni 80.

Conosciuto durante uno dei miei viaggi a Bassano del Grappa, ha ascoltato Soporyphera e mi ha proposto un remix.
E così è nata Soporyphera Remix di Charlie Cazale, con le sue atmosfere più scure e sognanti. Come suggerisce Diego Repetto, con il giro di basso in loop ho favorito lo sviluppo di uno spazio
immaginario, da paesaggi onirici a giochi di specchi.
L’ultima traccia rielaborata è Ludus 1, chiamata così perché è stata intesa come un gioco. Anche questa elaborata a distanza, con l’invio di file musicali da parte mia a Stewie Dal Col, bravissimo e creativo musicista, chitarrista dei Frigidare Tango e dei Rosso Fuoco di Giorgio Canali (ex CSI e PGR).
Aver avuto il privilegio di aver coinvolto artisti del genere e aver avuto il loro contributo mi ha riempito di gioia ed energia creativa, musicisti esperti come Stewie Dal Col, Carlo Casale, Antonio Ripa e il grande Flavio Ferri, hanno collaborato a dare un suono e un’elaborazione dei suoni che lascia veramente spazio all’immaginazione, in un movimento continuo fluido e dinamico.
Tutto partendo da un’idea di loop e dall’intenzione di rompere quel loop: questo è Fake Mirror, una possibile lettura e interpretazione del reale, il reale che io ho inteso come un loop incessante.

Ci tengo a precisare che tutte queste esperienze e conoscenze fantastiche sono partite da una serata a San Giuseppe di Cassola, nel vicentino, allo spettacolo musicale di Gianni Maroccolo ed Antonio Aiazzi Mephisto Ballad, durante il Festival Le Notti De Il Bandito.
In quell’occasione ho avuto modo di conoscere personalmente questi immensi artisti e i musicisti e produttori Flavio Ferri e Marco Olivotto, il fonico Vladimir Jagodic, l’artista delle luci Mariano De Tassis, l’organizzatore e amico Gianfranco Gandolfi, che mi ha sostenuta e incoraggiata nella mia voglia di fare musica.
Ringrazio di cuore queste persone.
L’amore per la musica e per il basso elettrico mi ha spinto a viaggiare, ho potuto conoscere poi i Frigidaire Tango nel bassanese, assistere a live strepitosi ed avere stimoli enormi.

Bio in breve

Ho iniziato sin da piccola, all’età di quattro o cinque anni, a suonare ad orecchio qualsiasi strumento mi capitasse tra le mani, tra cui un’arpa per bambini, che ho amato e usato per un paio di anni, tastiere trovate per caso in casa di parenti e soprattutto strumenti a percussione, da cui è emersa un’intuizione del senso del ritmo tale da lasciar sbalorditi i casuali ascoltatori.
Sembra che durante alcune feste di adulti mi alzassi a reclamare le bacchette al batterista di turno [povero batterista che cedeva le sue bacchette] e che lasciassi sbalorditi i musicisti per i tempi composti, dispari, binari…, che riproducevo con la massima scioltezza e disinvoltura. Senza aver studiato, sentivo solo miei questi tempi.
Ho sempre avuto una passione spropositata per la musica, tanto che ascoltavo con attenzione le orchestre nei paesini e la musica nei film.

In famiglia, da piccolina, nessuno ha mai assecondato questa mia propensione e passione nella musica. La svolta avvenne all’età di 18 anni quando comprai la mia prima chitarra classica. Nel giro di pochi mesi passai al basso elettrico, che tutt’ora amo e definisco “il mio strumento!” e che studiai da autodidatta fino all’età di 20 anni.
Nel 2000 frequentai un corso a Roma per “produttore discografico”, dove l’argomento di studio era la fonia, l’acustica e la registrazione digitale (hard disk recording), facendo subito pratica in strutture di doppiaggio cinematografico come fonico di registrazione e un breve apprendistato presso la storica Fono Roma.

Con gli anni mi sono fortemente appassionata alla lavorazione ed elaborazione dei suoni: al “rumorismo”, cioè l’uso di suoni di ambiente e reali, realizzati con strumenti non convenzionali, poi mixati nei film e nella musica.
Mi definisco una ricercatrice del suono, della manipolazione dei suoni e una bassista autodidatta.
Da sempre sogno di fare musica per film.

Ho una passione infinita per la musica in tutte le sue forme, purché degna di essere chiamata tale: dalla musica strumentale all’ambient, al jazz sperimentale, al rock. Amo in modo spropositato la produzione musicale degli anni 60 e 70 (il rock psichedelico per intenderci) e il Krautrock (rock sperimentale tedesco anni 70 definito “Kosmische Musik”), immensa fonte di ricerca musicale e movimento essenziale per gli sviluppi futuri di buona parte della musica elettronica e new wave.
Ascolto un po’ tutte le diramazioni della musica, dalla classica al rock, alla new wave, al punk, post rock, elettronica … ascolto tutto, purché ci sia una ricerca sonora dietro o un certo gusto e soprattutto ci sia veridicità, anche nelle forme più elementari e intuitive e nelle fusioni di genere.
Credo nella ricerca sonora e nella libera espressione nell’arte della musica.